Quello di Matera è un fascino che si respira a pieni polmoni e che ha convito registi del calibro di Abel Ferrara e Mel Gibson, ad ambientare qui Mary e La Passione di Cristo, film in cui religione e morte s’intrecciano con la storia dell’umanità in un labirinto di case, porte, scale e vicoli che sembrano appartenere ad un tempo non ben definito a cavallo tra passato, presente e futuro. La più misteriosa città d’Italia nasconde, infatti, tra i suoi sassi, storie millenarie d’insediamenti umani e si presenta oggi con un volto nuovo, che colpisce per l’arte, la storia nonché, come la buona tradizione lucana vuole, per il bere e il mangiare.
“Le vedi quelle croci? sono quelle di Gibson! Le hanno lasciate per attirare i turisti”. Con queste parole, un simpatico signore saluta me e Costanza che, appena arrivati a Matera, ci affacciamo ad uno dei tanti belvedere: “e quella illuminata è la strada del calvario di Gesù! L’hanno rifatta tutta nuova per girare il film!”. Tra cartoline di personaggi famosi e cartelli “Matera: la città del Cinema!” ci addentriamo negli spettacolari sassi materani alla ricerca di un posto per mangiare e, tra i tanti, scegliamo “La Talpa” (nel Sasso Barisano), più per il nome che per altro. A Matera, infatti, ristoranti, wine bar e locali sono nelle grotte e questo li rende tutti un po’ speciali: non resta che provare! Mangiamo degli ottimi “lagan’ e cice” (pasta fatta a mano con ceci) e un’ abbondante serie di delizie a base di pane, verdura e formaggi.
Sfogliando il menù mi salta all’occhio la ricca selezione di vini DOC e DOCG Aglianico del Vulture: che meraviglia! L’Aglianico è un vitigno meridionale coltivato in prevalenza sulle pendici vulcaniche del Monte Vulture, da cui trae la specificità territoriale lucana che, negli ultimi dieci anni, si è affacciata sul panorama italiano con risultati davvero interessanti, garantiti anche dai controlli del Consorzio. Ci concediamo una bottiglia di fascia media: il DOC Carato Venusio della Cantina di Venosa (anche questo scelto per il nome), che ho apprezzato per l’ottimo abbinamento con le portate e il rapporto qualità-prezzo. Spesa complessiva del pranzo? 32,00 Euro!
Avrei tanto voluto degustarli tutti questi vini, ma il sole e gli sfiancanti gradoni che ci aspettavano, mi fanno desistere dall’intento. Dopo un’ora di “rampicate” mozzafiato tra le case-grotta dell’età del bronzo (con tanto di visite guidate all’interno) decidiamo di fare una piccola pausa per un doveroso digestivo e ci spostiamo nel Sasso Caveoso dove, proprio nella Piazza principale di San Pietro Caveoso, troviamo il Keiv Café.
Bar rigorosamente “in grotta”, Il Keiv Café di sera si trasforma in cocktail bar accompagnato da una variegata serie di eventi live con concerti e dj set dal funk al rock’n’roll, dal jazz alla psichedelia ’70s, tutti a ingresso libero. Non potevo perdere l’occasione per bere l’amaro che in Matera trova i natali e, come si legge dal sito del produttore, la “musa ispiratrice del suo creatore”: l’Amaro Lucano. Per chi non lo sapesse, infatti, il Lucano nasce, nel 1894, proprio qui vicino, a Pisticci, nel bar di Pasquale Vena, ideatore della ricetta tutt’ora segreta. Ritengo che, bevuto con ghiaccio in un tumbler, guarnito con una fettina d’arancia, sia il miglior modo per apprezzarlo. Lo suggerisce anche il produttore sull’etichetta, ma credo che siano in pochi ad aver provato. Veniamo serviti con distrazione (e senza fettina d’arancia!), ma l’atmosfera piacevole e rilassata mi ha fatto apprezzare il posto e il liquore. Un liquore che porta alto il nome di una regione così poco nota. E allora unitevi al mio brindisi a questa terra! AMEN!
La Talpa
Ristorante e Pizzeria
Sasso Barisano, Via Fiorentini 167
Keiv Café
Sasso Caveoso, Via Bruno Buozzi, 184
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