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Le 7 birre artigianali più fighe d’Italia

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Spuntano birrerie artigianali in ogni dove. Alcune optano per la grande distribuzione, altre preferiscono l’esclusività. Tutte sono buone, dissetanti e care. Ma non tutte sono fighe!
Ci sono delle etichette dalla grafica orripilante ma la maggior parte sono meravigliose e spingono anche i più scettici al collezionismo delle bottiglie di birra.
E così si colorano i banconi dei pub, i ristoranti e le pizzerie, bar e mercati territoriali, fiere di paese, sagre e chi più ne ha più ne metta. Tutto all’insegna della birra “fatta in casa” a km0. Una moda da incentivare per far contenere i costi di una produzione artigianale, e migliorare le condizioni dei nostri fegati, assuefatti alle produzioni industriali delle solite note.

Ma quali sono le 7 birre artigianali più fighe d’Italia?

Premesso che le birre sono tutte buonissime e di eccellente fattura, sono così variegate che è impossibile non trovarne una che vi piaccia. Ma per individuare la più figa bisogna sicuramente concentrarsi su quelle che hanno un’idea di comunicazione forte alle spalle. Le abbiamo selezionate per voi e messe in classifica:

1. Birra Amarcord – Rimini

E’ di Rimini e la sua Riserva Speciale è stata confezionata proprio con Tonino Guerra, lo sceneggiatore del capolavoro di Federico Fellini, Amarcord.  Non contenti di ciò hanno pensato di coinvolgere Garrett Oliver, uno dei mastri birrai più famosi al mondo che da New York, dove lavora per la Brooklyn Brewery, approda a Rimini per concepire questa magia alcolica.

Altro fiore all’occhiello di Birra Amarcord è l’originalissima linea di Birre da Tavola  “AMA” con le etichette disegnate da Milton Glaser, il grafico che ha inventato il logo “I LOVE NY”, per chi non lo sapesse.

E se questo non basta a decretarla come la numero 1 delle birre più fighe d’Italia potrei aggiungere che le birre della linea “commerciale” portano i nomi delle donne del film di Fellini con delle fantastiche etichette.

2. 32 Via dei Birrai – Onigo di Pederobba (Treviso)

Birra di nuova concezione, la trevigiana 32 Via dei Birrai, o semplicemente 32, combina design e gusto in modo davvero unico. Sono fighissimi i diversi packaging e gadget messi in commercio. Le confezioni in cartone riciclato o in legno che si trasformano in gioco dell’oca, in dama, in supporti per smartphone e casse acustiche naturali. Il logo staccabile dagli imballi diventa un sottobicchiere. Le confezioni possono essere assemblate per creare vetrine colorate d’ogni sorta. Perfino gli shopper sono griffati e riciclabili come confezioni portaoggetti. Anelli portachiavi ricavati dai tappi da collezionare o regalare.

32 è innovativa perfino nel catalogo, un libro a fisarmonica che fa da menù, depliant informativo e oggetto espositivo. Il logo è un cerchio con un 32 nel mezzo che cambia colore a seconda del tipo di birra e ricorda un po’ le palle da biliardo. Dal logo si ricava l’intera filosofia del birrificio, “una linea curva in grado di disegnare il ciclo della tradizione dell’arte birraia e portarlo alla scoperta di percorsi non ancora tracciati”,  combinato col 32 “il numero corrispondente alla classe di appartenenza della birra, secondo la classificazione internazionale di Nizza che indica e categorizza prodotti e servizi”.

In definitiva un’operazione di marketing ben fatta per una birra 100% Made in Italy.

3. Birra del Borgo  – Borgorose (Rieti)

Una fantasiosa selezione di ingredienti combinati ad un’immagine semplice e divertente garantiscono il successo di questo birrificio della provincia di Rieti.

Birra del Borgo è figa perché ha una quantità di gusti esagerati. Con 12 nuove uscite all’anno di birre uniche e a tiratura limitata, eccelle quanto a sperimentazione e creatività. E questo solo per citare quelle che loro chiamano “bizzarre” con gusti che spaziano dalle “ostriche alla frutta, dalle anfore alle spezie, dai luppoli alle botti”.  Le ricette classiche e stagionali completano la vasta gamma della collezione Birra del Borgo che ne produce davvero di tutti i tipi.

4. Birrificio del Forte – Pietrasanta (Lucca)

Con un logo che ritrae un marinaio stilizzato in canottiera che solleva una bottiglia di birra, il Birrificio del Forte si aggiudica il nostro 4° posto delle birre più fighe d’Italia.

Una grafica “dissetante” che veste un prodotto di eccellente fattura. Del resto il Birrificio del Forte vince un premio dietro l’altro. Premi di Birra dell’Anno, Ori e Argenti ogni dove. Come non annoverarla anche nella nostra classifica?

5. Birra Gjulia – Cividale del Friuli (Udine)

Birra agricola che nasce dall’esperienza vitivinicola dei suoi produttori che hanno deciso di “valorizzare i seminativi di proprietà con 14 ettari di orzo per la produzione del malto base e 2 di frumento per la birra bianca”.

Una produzione a filiera corta che punta tutto sulla qualità. Poche birre ma buone! Messaggio che arriva dritto al consumatore anche grazie alla grafica sobria scelta dal birrificio: una rosa dei venti su delle eleganti bottiglie che ricordano lo champagne. Una comunicazione che trasmette subito fiducia sulla genuinità del prodotto a dimostrazione della sicurezza del produttore.

Interessanti anche le birre speciali di Birra Gjulia tra cui la Nostrana (biologica), la nuovissima IPA (Italian Pale Ale), e la iOi (senza glutine), di cui abbiamo già parlato col produttore in un nostro articolo.

6. Flea – Gualdo Tadino (Perugia)

Birra agricola “cruda e pura” che prende il nome dall’omonima Rocca di Gualdo Tadino, in provincia di Perugia, cittadella segnata per sempre dalla storia che la lega all’Imperatore Federico II, che qui fece sosta nel XIII secolo, donandole cinta muraria e sementi fertili, per assicurarsene la prosperità.

Flea si guadagna un posto in classifica per due ragioni: la prima è legata alla freschezza di una delle birre prodotte, la Biancalancia (mai provata birra più dissetante! N.d.A.). La seconda è legata alla comunicazione fortemente ispirata alla storia medioevale di Gualdo mista al Fantasy. E così, il birrificio umbro presenta le sue birre con tanto di fotografie di posa che ritraggono lo stesso Federico II, la madre Costanza, la moglie Bianca Lancia, e la strega Bastola. Tutti personaggi che danno il nome alle quattro birre prodotte dal birrificio Flea.

7.  Brùton – Lucca

Chiudiamo la nostra classifica con un’altra toscana dalla grafica minimalista alla Beavis and Butt-head, che a noi piace molto.

Un nome che affonda le sue radici nella mitologia greca “Brùton era il nome dato ad una bevanda prodotta con cereali fermentati” usata nei riti dedicati al temibile Minotauro. Un birrificio gestito da un gruppo di giovani ragazzi nella periferia lucchese, che ha già avuto tanti riconoscimenti per la qualità, e che ha optato per una comunicazione davvero rock’n’roll. Ci piacciono un po’ meno le etichette, ma nome e logo spaccano!

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4 commenti a “Le 7 birre artigianali più fighe d’Italia

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    Loreno says:

    Grazie per l articolo da parte di tutta 32 via dei birrai

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    Juanin says:

    Ma che state a dì?? La Amarcord una birra artigianale? Ma vergognatevi… andate a studiare invece di scrivere queste amenità

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      Roberto says:

      Sono il titolare di birra AMARCORD

      invece di scrivere così come le capita senza conoscerci, xchè credo che non ci conosciamo, venga in birrificio a vedere come produciao la birra. Ci telefoni, il numero lo trova facilmente e chieda di Roberto.

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      Andrea says:

      e per quale motivo non sarebbe artigianale? Tutti giudici senza conoscere le realtà produttive…si vergogni lei

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