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I bicchieri di plastica Giusti

una vetrina MLGset di bicchieri MLGdettaglio di un tumbler MLGritratto Mario Luca Giusti

In un mondo sempre più grigio e minimalista (o forse dovrei dire bianco e di design), c’è chi ancora crede nel colore, specie nel bartending. C’è chi ha trovato nella plastica una vena poetica e l’ha elevata a materia nobile, forgiando bicchieri di incredibile bellezza, che emozionano e donano una ventata di freschezza all’estetica del bere (o forse dovrei dire che fanno tendenza).

La Maison MARIOLUCAGIUSTI (MLG), dal 2005, produce bicchieri (e non solo) in “cristallo sintetico”, ovvero in acrilico. Bicchieri di plastica, insomma, ma di fattura eccezionale.
Forme e colori rimandano al cristallo a prima vista. Del cristallo comunicano la stessa magia e raffinatezza. E per di più non si rompono, e possono, quindi, essere maneggiati con estrema disinvoltura.

Una nuova concezione di bicchiere, originale e futuristica, che rilancia sul mercato un materiale come la plastica -sempre più controverso- in un settore in continua ricerca di tendenze da vendere per divertire il pubblico. Un pubblico in crescita a giudicare dalle vendite della Maison MLG in tutto il mondo. New York, Tokyo, Firenze, Londra, Parigi, i bicchieri MLG hanno raggiunto le location più prestigiose del pianeta.
Piacciono e fanno parlare tanto di sé. Un vero successo Made in Italy.

Lo stesso Mario Luca Giusti, titolare della Maison, mi ha rilasciato un’intervista in esclusiva per drink@drink, e mi ha spiegato cosa c’è di davvero speciale nei suoi bicchieri di plastica.
Un’intervista realizzata anche con l’aiuto di Alessandro Giannotti, dell’ufficio stampa MLG, che ringrazio con piacere.

Ci sentiamo per telefono e iniziamo la nostra chiacchierata parlando proprio della cosa che mi incuriosisce di più chiedergli.

Quanto influisce il bicchiere di plastica sul sapore di un drink?

MLG: Sul sapore non influisce. La plastica condiziona semmai l’idea generale che si ha di un drink. Ma il gusto è in continua evoluzione. I romani mangiavano e bevevano nel piombo. I materiali cambiano, così le ricette e di conseguenza il gusto.

Ma che tipi di bicchieri di plastica esistono sul mercato?

MLG: Ne esistono di tutti i tipi, spessori, grandezze e qualità. Ma non guardo molto cosa fanno gli altri. Io cerco di fare quello che piace a me. I nostri bicchieri sono di plastica ma non lo sembrano. Sono di acrilico ma assomigliano al vetro, al cristallo. Tanto è vero che il nostro claim è “Sinthetic Crystal”. Un “aggettivo” che li sostiene, li esalta e li rende più curiosi. Perché alla fine tutti si chiedono cos’è questo cristallo sintetico?

Quanto influisce la materia prima utilizzata sulla resa finale del bicchiere?

MLG: La plastica è un materiale giovane che evoca una sensazione e una gestualità diversa, più contemporanea. Il bicchiere sintetico ti da una libertà infinita sia intellettuale che fisica. Ti da una manualità diversa. Quando hai un bicchiere di plastica in mano ti senti più libero, non avverti il senso della fragilità.

È importante il design nei bicchieri MLG?

MLG: Ho voluto distaccarmi dalla tendenza a produrre bicchieri di design, cercando di restare sul classico. I miei sono bicchieri che si avvicinano a delle forme già esistenti del vetro e del cristallo.

Come nasce l’idea della Maison?

MLG: Non è stata una Start Up. L’azienda non è nata su un’idea. Ho sviluppato una sensazione che avevo. Un desiderio di trasformare degli oggetti che mi sono sempre piaciuti in qualcosa di nuovo. E così ho provato a rifare un oggetto conosciuto in un materiale diverso. E ho avuto riscontro. La cosa ha avuto un tale successo che da un piccolo esperimento è nata un’azienda vera e propria.
E adesso mi tocca pure lavorare per questo! Si rende conto della tragedia?

Quanto costano i suoi bicchieri?

MLG: Costano quanto la gente ha voglia di pagarli. A me sono sembrati sempre un po’ cari. Ma è il mercato che decide il prezzo. Chi compra i nostri bicchieri in un certo senso realizza un desiderio per il quale è disposto a spendere quel po’ di più.

Avete mercato anche nella grande distribuzione?

MLG: No, a me interessa che i nostri oggetti vadano nei posti di eccellenza. La nostra politica commerciale non è aggressiva. Non andiamo a caccia di clienti, sono loro che ci trovano. Lavoriamo molto sull’immagine, sul prodotto, sulla forme, sui colori. Certa grande distribuzione non la vogliamo proprio fare. Vogliamo starne fuori.

Lei è un esempio di successo del Made in Italy nel mondo. Che effetto le fa pensare che magari, in questo momento, mentre io e lei stiamo parlando, James Bond potrebbe sorseggiare un Cocktail Martini in uno dei suoi bicchieri?

MLG: Mi fa un bell’effetto e mi piacerebbe moltissimo essere li con lui!

Lei usa bicchieri MLG?

MLG: Si, li uso molto. Sono un po’ costretto a farlo, specie se sono in compagnia. Nella mia vita privata, invece, cerco di evitarli in modo da potermi stupire ogni volta che li vedo. Cerco di non assuefarmi alle loro forme, ai loro colori.

Ma che rumore fanno i suoi bicchieri quando si brinda?

MLG: I miei bicchieri quando si toccano sono silenziosi perché sono di acrilico e credo sia un bene, perché viviamo in un mondo che è diventato inutilmente chiassoso. È un bene che ci sia un po’ meno rumore, e io ho raggiunto lo scopo.


Foto di Niccolò Celesti concesse da MARIOLUCAGIUSTI
www.mariolucagiusti.com

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Marcello Fittipaldi

Marcello Fittipaldi

A quattordici anni trova il suo “primo amore” in una bottiglia di grappa artigianale lucana. La relazione con la conterranea da 40°, però, non dura a lungo. Assetato di nuove “avventure”, percorre su e giù l’Italia e l’Europa, spingendosi in Cina e Stati Uniti. Tra cocktail, birre e distillati d'ogni sorta, quando si ritrova nel Chianti, in Toscana, scopre nel vino il suo "vero amore" e decide di trasferirsi a Firenze, vicino alle vigne del Gallo Nero. 

Un commento a “I bicchieri di plastica Giusti

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    Valeria Tanzi says:

    Salve ho comprato con piacere i Vostri bicchieri effetto diamante e devo dire che incontrano il mio gusto, ma mi ha lasciata stupita il marchio sotto gli stessi:’ ‘Taiwan’. Mi chiedo come mai se sullo scatolo c è scritto Italy. Ancora vorrei sapere come mai non c’è il marchio che identifica il tipo di plastica come prevede la legge? Ringrazio anticipatamente per il chiarimento.
    Cordiali saluti. Valeria Tanzi

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