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Weekend a Londra bevande incluse

Weekend a Londra bevande incluse

A un mese esatto dall’escursione pesarese, con i miei pard di Sideways abbiamo avuto la fortuna di un altro fine settimana più somigliante a una vacanza che a vero e proprio lavoro. Stavolta la meta era la mitica Londra, sempre brulicante di vita, sempre coinvolgente, sempre grigia di nubi.

Il programma è stato serratissimo, e lo abbiamo equamente diviso tra le tappe rigorosamente turistiche e quelle avventurosamente improvvisate: quindi giro sul London Eye, cena a bordo del Thames Dinner Cruise e dal lussureggiante Quaglino’s, ma anche capatina a Camden, svacco ad Hyde Park e vagabondaggio ai docks. Il tutto sempre e comunque innaffiato da cascate di alcool di altissimo livello, tra vini pregiati e birre bitter.
Per fortuna abbiamo anche avuto la possibilità di concludere un paio di serate in posti in cui il bere non si limita ai fermentati, ma sconfina nel distillato di pregio e nei suoi derivati mixati.
Tra gli altri, tre posti in particolare mi hanno colpito, ed è di questi che vorrei limitarmi a dare segnalazione su drinkadrink, sorvolando sul peggior Long Island che mi sia mai stato servito.
Il primo è il Cafe Boheme, che si trova in un angolo molto frequentato di Old Compton street, nel cuore di Soho, quartiere ricco di fascino perverso. C’era una confusione terribile, e già entrando rimuginavo che molto difficilmente il barman mi avrebbe degnato di più di qualche secondo di attenzione. E invece con mia somma gioia, appoggiato al bancone ho notato che nonostante la ressa, dall’altro lato i cocktail venivano preparati con la massima cura. Allora mi sono azzardato ad ordinare un Mint Julep. Già è difficile descrivere il piacere che ho provato quando il barman ha annuito alla mia richiesta, anziché storcere il naso e chiedere “What?”, figurarsi quando ho visto l’ottima preparazione e gustato l’ancor più suadente risultato. I due capi barman sono Kamil e Tomek, due ragazzi sorridenti che devono essere fratelli: non c’era verso di fare due chiacchiere, ma un’occhiata è bastata a esprimere tutta la mia ammirazione.
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Seconda tappa degna di menzione è stato un locale che si chiama Ain’t nothin’ but…, un posto che è una celebrazione vivente del blues. Ma non aspettatevi pacchianate alla Hard Rock Cafe: qui si parla di 10mq di catapecchia nella quale non si spiega come faccia a trovarci posto una band intera, che pesta classici blues e rock dalle 10.00 alle 3.00 del mattino. Entrare è un’impresa, ma una volta dentro state sicuri che ci resterete fino a chiusura. Rigorosamente birra. Lo trovate sempre a Soho, su Kingley Street, una viuzza dove ci sono locali per ogni gusto.
Ultima segnalazione per il pranzo di decompressione prima della partenza. Al PJ’s, nel placido splendore di Chelsea, si pranza in grande stile, benché l’atmosfera sia molto rilassata. Un diner dai prezzi non certo stracciati, ma nemmeno così alti da essere proibitivi, nel quale si respira l’atmosfera dei Polo Club più esclusivi. Arredamento magnifico, cibo ottimo (per gli standard inglesi, ovviamente…), grande cortesia e barman molto simpatico, che ha convinto me – ma non i miei compagni – a provare la sua Pimm’s cup. Non sono un esperto su questo rinfrescante aperitivo tipicamente British, ma devo dire che era molto gradevole e armonioso. Inoltre, devo notare che mentre attendevo il mio turno, il barman ha preparato per altri clienti un paio di Martini Cocktail da manuale: non fosse stato per l’ora e per la partenza imminente…
Insomma, ancora una volta, l’impressione è che a Londra si mangia da servi, ma si beve da Re!

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Davide Morena

Davide Morena in oltre 20 anni da autore professionista ha scritto qualsiasi cosa: è stato critico cinematografico, storyboard artist, compositore musicale, copywriter, giornalista, drammaturgo, blogger, sceneggiatore, ideatore e curatore di progetti didattici. Oggi fa fumetti e rock ‘n roll. 

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2 commenti a “Weekend a Londra bevande incluse

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    GIRO-VAG says:

    Bel consiglio il locale di blues a Soho…ci farò subito una capatina alla prossima occasione.
    Grazie

    Ciao

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    Migna says:

    complimenti per il tour. Leggere di Soho mi ha fatto tornare alla mente il LAB e il fatto che su questo blog manchi una recensione sulla mitica London Academy of Bartending. Io ho provato a buttarla giù, ma dell’unica serata in cui ci sono stato conservo solo immagini più vicine al sogno che al ricordo vero e proprio!!! L’impossibilità di uscirne sobri spiega l’incapacità di scriverne: c’è bisogno che qualcuno si sacrifichi e ci vada e beva moderatamente.

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