No, non ho bevuto troppa birra (che peraltro non amo in modo particolare). Si tratta della la nuova trovata pubblicitaria che la Regione Val d’Aosta ha messo a segno in questi ultimi giorni per promuovere il turismo nelle sue bellissime località: le lattine di Prinz, Dreher, Von Wunster (birre del gruppo Heineken) riporteranno il logo della Valle d’Aosta sulle loro etichette. Roba da occhi buoni eh, non cercate il logo dopo la terza birra, al massimo ve la versereste addosso nell’inutile tentativo di individuarlo: si tratta infatti di pochi centimetri di etichetta sacrificati sul rerto di bottiglie e lattine, e neanche tutte visto che la Heineken potrebbe anche aver deciso di non distribuirla nella vostra zona. Comunque ho pensato “carina l’idea!”, non so in quanti nello scolarsi una birra decideranno di leggerne l’etichetta e conseguentemente di andarsene in vacanza a Cervinia, ma come idea in sé è carina.
Poi la solita curiosità ha prevalso, mi sono un po’ documentato su questa operazione e ho saputo quanto è costata: oltre 16 milioni di euro per una campagna di un paio d’anni.
Ora qualcuno potrebbe pensare ad una mossa di marketing un po’ avventata da parte di un comitato regionale particolarmente innovatore e indubbiamente danaroso, ma in realtà dietro a questa pubblicità regionale c’è dell’altro. La mossa ha infatti anche un secondo obiettivo (o forse è il primo obiettivo?): salvare lo stabilimento Heineken di Pollein da una morte annunciata; noi ti compriamo la pubblicità sulle tue etichette minori, tu non chiudi lo stabilimento: una alcol-marchetta insomma.
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