Ho sempre pensato che un buon bar (così come uno cattivo) lo si riconosca dai particolari. Col tempo ho imparato a basarmi su quelle piccole cose che per me contano, come ad esempio lo sguardo del barista al mio ingresso, o la disposizione degli strumenti da bar, o l’uso e l’esposizione di frutta fresca di stagione..
Quando ho messo piede per la prima volta al Caffè del Moro di Firenze (dietro Piazza Santa Maria Novella, direzione Arno), non ho avuto nessun dubbio nel considerarlo un bar di alto livello. Appena ci siamo seduti (io e Davide), proprio accanto al bellissimo bancone all’italiana, ci siamo immediatamente sentiti immersi in un ambiente caldo e accogliente (e non solo perché eravamo l’unica presenza maschile in un universo di americane in vacanza).
Il fatto è che seduti ai tavolini di questo bar, potete provare a chiedere drinks molto particolari, senza minimamente impensierire i due barman, entrambi evidentemente di grande esperienza. La mia scelta è caduta su un Vodka Gimlet.
Il Gimlet (il drink prediletto del detective Marlowe di Chandler) è ciò che tutti vorremmo quando ordiniamo un più accessibile Vodka lemon. Purtroppo, provare a chiederlo in giro raramente dà il risultato sperato (un ottimo drink); più facilmente scatena invece risse verbali con sedicenti barman. Probabilmente sarà per via della lunga preparazione di cui questo cocktail necessita, visto che adagiato sul bicchiere si piazza un pugno di sottili strisce di buccia di limone, che col passare dei minuti calano dolcemente dentro il vostro drink, aumentandone il profumo e esaltandone il sapore.
Il mio cocktail è arrivato in circa 10 minuti, ma l’attesa non è stata tradita. Un long drink assolutamente perfetto:
– Tumbler basso avvolto in un fazzoletto di carta (nero) per garantire la presa sul bicchiere.
– Ghiaccio vero (cioè non già sciolto durante il tragitto dal bancone al tavolo).
– Vodka (attenuata dallo zucchero e aromatizzata dal limone) che si sente ma non disturba.
Sono tornato spesso in quel bar, non solo per via delle frequenti happy hours , ma specialmente per concedermi il lusso di chiedere qualcosa di diverso.
Il consiglio di provarlo è palese, ed è rivolto a tutti coloro che, quando escono per bere qualcosa, danno meno peso alla forma e più alla sostanza.
Antico Caffè del Moro (o “Cafè des Artistes”)
Via del Moro 4/r
Tel. 055 – 287661
Happy hour dalle 18.30 alle 21.
Lunedì e Mercoledì tutta la notte.
Cari colleghi, ho letto attentamente questo articolo e i commenti in quanto mi sono imbattuto in questo cocktail due settimane fà…non lo conoscevo…ho pensato fosse una famiglia ben precisa, invece nulla…incuriosito ho chiacchierato con i miei “particolari” clienti (milanesi) e gentilmente hanno chiamato l’autore del loro caro drink…
Questa la ricetta suggeritami:
Vodka
Succo Di Lime
Zenzero
Da quello che vedo scrivere e dalle ricette, questo che ho trascritto è stato sicuramente rivisto…infatti mi è toccato interpretarlo, fortunatamente senza combinare pasticci, anzi apportando delle modifiche, molto gradite..
Il punto comunque è che la ricetta originale è lontana, ma si presta bene a nuove creazioni e questo mi piace…un’altra conferma sulle tendenze del momento….
I CLASSICI SONO TORNATI DI MODA! =:-)
tornato all’Art sabato scorso: doppio Martini. Positivissimo.
eh, il cocktail sarà sicuramente molto buono ma l’autore dovrebbe almeno cambiarne, in tutto o in parte, il nome. Il Gimlet è infatti un drink che è stato per molto tempo tra gli internazionali IBA e viene servito in coppetta cocktail. Quindi niente di male se “aggiorniamo” il drink ma lo potrebbe chiamare per esempio “gimlet New Fashion” o “Gimlet Moro”. Perchè poi il problema è che il cliente se ne va in giro in altri bar o città e chiedendo un Gimlet si aspetta una cosa e invece se ne ritrova un’altra. Da qui nascono le discussioni con i “sedicenti” barmen.
Buon aperitivo, Leo
hai ragione godot, la ricetta classica non prevede zucchero, però è molto comune l’aggiunta di una punta di zucchero proprio per attenuare l’asprezza tipica del gimlet. non ne ordinano molti nel mio bar ad Ancona, ma credo che sarebbero anche meno se non li “ammorbidissi” un po’. Questione di gusti…
ciao jhonny sono un barman molto attento e (così dicono) preparato, ho lavorato e lavoro in molti locali di milano, volevo solo fare una piccola corrazione, il gimlet è per antonomasia uno dei cocktails più aspri in assoluto e se vi hai trovato tracce di zucchero qualcosa non va….la ricetta originale prevede 1/2 di distillato (gin,vodka,tequila(ottimo, ovviamente con corona di sale) o rum) e 1/2 di succo di lime.io personalmente lo prediligo con lime spremuto, servito in coppa martini!
confermo il vodka gimlet… sabato ne ho presi un paio… davvero perfetti. CIAO
Sono pienamente d’accordo con te jhonny… l’Antico Caffé del Moro continua a essere uno dei migliori cocktail bar di Firenze. Ci sono tornato giovedì sera per una caipiroska impeccabile… Non c’è dubbio questo posto è una certezza.
Sono stato al Bar des Artistes la settimana scorsa e ho seguito il vostro suggerimento: ho bevuto un vodka gimlet.
Devo dire che il servizio non mi è sembrato estremamente veloce, ma la preparazione e l’elevata qualità del drink sicuramente giustifica la cosa.
A mio avviso il Café degli Artisti deve essere uno dei punti di riferimento per gli amanti del buon bere a Firenze.
Leo says:
Ciao Andrea,
direi di non fare confusione 🙂 , visto che nel mondo dei drinks ce n’è già abbastanza. Ai tuoi clienti piace senz’altro quel cocktail con lo zenzero (= ginger) però ripeto che se viene modificata una ricetta la cosa giusta da fare sarebbe anche variare il nome (almeno in parte). Mettiamo infatti che i tuoi amici Milanesi, abituati al suddetto cockt., se ne vadano in ferie in qualche altra parte d’Italia; in giro, decidono di prendersi il loro amato drink e lo ordinano in un locale. A questo punto si possono verificare varie ipotesi, ma noi diamo per scontato che il barman conosca il Vodka Gimlet… Se lo conosce sicuramente non ve lo servirà con il ginger (zenzero) e molto probabilmente lo avrete in coppa cocktail (speriamo, ben fredda). Tutto ciò perchè tale Gimlet (originale con Gin, variante con Vodka) è stato incluso nella lista dei cocktails internazionali stilata dall’IBA nei decenni scorsi. Se i ns. amici milanesi non sanno questo (d’altra parte, sono clienti. Ad ognuno il suo lavoro 🙂 ) daranno dell’incompetente al ns. povero barman e forse penseranno “come si beve a Milano…”
Ribadisco: niente di male a variare una ricetta ma variamo anche il nome. Per es. il Mojito con la birra si chiama “Mojito Fidel”
Saluti, Leo