Al momento tra test ritira-patente della stradale, divieti di somministrazione di alcolici, zone a traffico limitato, sublimazione del concetto di “quiete pubblica” e tempo da lupi, il miglior locale di Firenze mi sembra senza ombra di dubbio casa mia: bevute di alto livello a pochi euro, selezione musicale da paura, si può fumare, togliersi le scarpe e fare tutto ciò per cui mi raccontava mio padre essere stati inventati i locali pubblici.
Ma la vita sociale chiama e a volte, nonostante le difficoltà, bisogna tornare in centro, passarci del tempo e spenderci dei soldi. È ciò che mi è accaduto ieri sera, quando la mia innamorata, nonostante i miei patetici tentativi di innescare un litigio, mi ha convinto ad accompagnarla ai festeggiamenti dei 30 anni di una sua vecchia amica, che per l’occasione aveva scelto un aperitivo al Mangiafoco, a due passi dal Ponte Vecchio.
Abbiamo così raggiunto il posto in bicicletta, che da alcolista convinto mi sono risolto da qualche mese ad eleggere a mio mezzo di trasporto notturno [e devo dire che ci ha dato un certo gusto ieri notte, di rientro, imbatterci nel posto di blocco anti-alcool piazzato, ma guarda un po’, proprio sulla pista ciclabile. Lasciatemelo dire: è una vergogna che le forze dell’ordine mettano in pericolo la vita dei ciclisti occupando la pista ciclabile in un punto trafficato come il sottopassaggio della Fortezza Da Basso (oddio come mi sento bene ora che l’ho detto…)].
Al Mangiafoco, “schiacciatineria e vineria” ci ero già stato un paio di volte negli anni scorsi, sempre in occasione di compleanni e affini, e non mi era dispiaciuto, anche se ricordo di aver avuto l’ardire di ordinare, in una di queste occasioni, una vodka che mi aveva causato notti insonni. Non che fosse stata una mossa geniale, visto che il Mangiafoco sprizza vino da tutti i pori, e le poche bottiglie di superalcolici dietro al bancone stanno lì solo per accontentare i rompipalle come il sottoscritto.
Ieri ho fatto il bravo e mi sono fatto consigliare dall’affabile oste che tra la decina di bottiglie in degustazione ha mesciuto un Pinot di apertura, cui ha fatto seguito un maremmano di maggior corpo. Ad accompagnarli un aperitivo di tartine e torte salate il cui comune denominatore era l’assenza completa di sale. Il posto è piuttosto assurdo: all’ingresso c’è il bancone in uno spazio minuscolo, ma seguendo il contorto corridoio dove trovano incredibilmente spazio tavolini biposto per nani, si giunge in uno spazio sotterraneo che deve essere stato una cantina. Archi a volte e muro a vista lo rendono molto accogliente, al limite dell’alcova, anche se poco versatile per accogliere gruppi di oltre 30 persone. Un superfluo condizionatore rendeva l’atmosfera piuttosto gelida – ma forse non era tutta colpa sua… – e perciò nonostante le dimensioni ridotte abbiamo passato la maggior parte del tempo al bancone e sul marciapiedi antistante. Devo dire che la scelta del Mangiafoco di puntare su poche etichette di qualità a rotazione è davvero azzeccata: un bicchiere non costa poco (tra i 4 euro per un Morellino e gli 8 per un Bolgheri), ma l’onesto oste consiglia da subito di prendere una bottiglia a chi ha intenzione di fare più di un giro, e in quel caso la spesa si abbassa drasticamente. Del resto la vocazione da vineria il Mangiafoco la coniuga fino in fondo, visto che ha partecipato alla recente iniziativa del Consorzio Chianti Classico “Degustazione in (con)corso”, che ha coinvolto una quindicina di wine bar fiorentini.
Alla fin fine il Mangiafoco si è confermato un ottimo posto dove fare una sosta di tanto in tanto, per gustare un buon vino e spiluccare qualcosa. Magari portandosi il sale da casa…
MANGIAFOCO
Borgo Santissimi Apostoli – Firenze
Tel: 055 2658170
Sarah says:
I was at your restaurant last week and I loved the pears and pecorino raviolis. Now that I am back home in the states I would like to try and recreate the dish for my family. Any chance of getting the recipe?
Thank you!