X
Menu
X

La birra caduta dallo spazio

La birra caduta dallo spazio

Sarà il caso che vi ridimensioniate. Sì, proprio voi sbruffoni, voi signor-tutto-so, voi che proclamate a destra e a manca di averle provate tutte. Voi che prendete l’aperitivo da Dale DeGroff; voi che avete degustato chissà quanti vini da vitigni italici dell’era pre-fillossera; voi che fermentate la vostra birra secondo il metodo originale degli antichi egizi. Proprio voi: questa non l’avete assaggiata, non ancora, e forse mai lo farete. Non sarà semplice, in effetti, essere tra i pochi fortunati che a Capodanno potranno farsi scendere giù per il gargarozzo la più incredibile delle bevande: una birra venuta direttamente dallo spazio!

Rassegnatevi. I 60 fortunati che potranno godere di questa esperienza astrale sono già stati designati da Sapporo, il noto marchio giapponese che produce birra e altri alcolici in ogni parte del mondo e oltre. Sì, oltre, perché l’ultima frontiera del brewing è aldilà dell’atmosfera terrestre. E quei satanassi dei giapponesi, in collaborazione con l’Accademia russa di scienze, sono riusciti a produrre una birra con orzo coltivato su una stazione orbitante. Non in Minnesota, né a Stalingrado: nello spazio siderale!

Si chiama  Sapporo Space Barley ed è esattamente uguale alla birra terrestre: forse questo vi stupisce, ma per chi come me crede nella vita extraterrestre e nella sacralità del bere non c’erano dubbi che l’unico elemento che devono avere in comune tutti gli universi è l’alcool. E questo risultato ne è la riprova.
Dovevano essere 630 in tutto i litri di birra portati a fermentazione completa, ma pare che la stagione lassù non sia stata delle migliori, e per quest’anno dovremo accontentarci di soli 100 litri. Magari da accompagnare a stuzzichini preparati con gli altri (pochi) ortaggi che per ora è riuscito agli astronauti di far crescere in orbita: piselli, lattuga e frumento.

Voi probabilmente non sarete interessati a tutto ciò. Voi magari avrete una visione zen della vita. Voi magari stapperete il vostro Bourgogne Chambolle del 1923 a Capodanno. Ma io no.
Io a Capodanno alzerò il boccale al cielo e mi sentirò parte del tutto.
Perché ora so per certo che lassù, da qualche parte, qualcuno si sta ubriacando.

Condividi
Tags
Avatar

Davide Morena

Davide Morena in oltre 20 anni da autore professionista ha scritto qualsiasi cosa: è stato critico cinematografico, storyboard artist, compositore musicale, copywriter, giornalista, drammaturgo, blogger, sceneggiatore, ideatore e curatore di progetti didattici. Oggi fa fumetti e rock ‘n roll. 

Potrebbero interessarti anche:

Le 7 birre artigianali più fighe d’Italia Birra senza glutine: intervista a Mirco Masetti di Birra Gjulia La vera storia di San Patrizio Una birra a New YorK? Brooklyn Beer Mezzanine: una birra ghiacciata nell’astemio Marocco Il Mercato della Birra, negli Stati Uniti e nel Mondo Thank God We’re Men Weekend a Londra bevande incluse
Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

drink@drink

Tutto quello che devi sapere prima di iniziare a bere è su drink@drink: le ricette dei cocktail che ami di più; i diari di viaggio alcolici per sapere dove servono i migliori drink; i segreti per trasformare casa tua nel miglior bar del mondo; tutto l'universo che ruota attorno al bicchiere; i riferimenti culturali per dare dignità al tuo sport preferito.
drink@drink
For a better drinking experience.