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Absolut vodka e la rivoluzione 2.0

Absolut vodka e la rivoluzione 2.0

Esattamente come per il marketing tradizionale, la sfera web di Absolut Vodka è sempre stata rivolta al nuovo, alla ricerca di idee e mezzi originali per veicolare il proprio brand e sviluppare una sorta di “cultura Absolut”. Per questo motivo il sito web di Absolut è sempre stato un porto dove attraccare periodicamente per vedere quale stranezza avessero realizzato di volta in volta i designer (web e non) per la celebre distilleria svedese. Gallerie d’arte con interfacce di navigazione impossibili; mondi digitali dominati dalla musica; percorsi metropolitani inediti tra fashion e design. Confesso di aver anche vinto, da assiduo frequentatore, un paio di gadgets negli ultimi anni.

Stavolta la stranezza è un concorso per creativi che si chiama In an Absolut World. Ma è davvero una stranezza la creazione di un social networking a scopo pubblicitario pensato e realizzato con tutti i crismi del web 2.0?

A lasciare basiti, stavolta, è proprio l’inversione di rotta di Absolut, che decide di non avventurarsi più nella battitura di nuove strade nella boscaglia inesplorata delle possibilità del mezzo Internet. No, stavolta l’omologazione al trend è totale, e siamo probabilmente di fronte al primo progetto Absolut (online, ovviamente) non destinato a sparire una volta esauritosi il suo ciclo vitale. Funziona più o meno così: chiunque, basandosi sul tema “In an Absolut World”, può inviare il proprio concept, aiutandosi per spiegarlo meglio con parole, audio, video, immagini; le “visions” entrano nel database Absolut dove vengono votate, criticate, prese come spunto da chiunque voglia. Quelle che accumulano il maggior numero di punti verranno (se realizzabili) realizzate. Per accumulare punti, però, non c’è solo l’ambiente absolut.com, anzi. Ecco come e quanti accumularne: 200 punti se tu o qualcun altro parla della tua vision nel suo blog; 150 punti se qualcuno usa la tua vision come spunto per crearne un’altra; 100 punti se un sito include la tua vision (con un banner, o un widget, ad esempio); 75 punti se qualcuno ti aggiunge ai preferiti; 50 punti per un voto positivo; un punticino per una visita…

Interessante. A tutti gli aspiranti designer e/o pubblicitari in genere verrà probabilmente voglia di andare a dare un’occhiata: è un task intrigante (scusate, ma parlando di designer se non uso almeno il 35% di termini inglesi non ho credibilità o non vengo capito, NdA), per un brand open-minded (rieccolo), che potrebbe anche – hai visto mai – trasformarsi in un’opportunità clamorosa, o meglio una chance.

Ma lasciate che delinei per voi un possibile futuro.

Tanti di voi (o meglio noi), bravi, talentuosi, dotati, innovativi, “visionari”, realizzano i loro ads per Absolut. Gratis. Tanti di noi li visionano, li giudicano, li selezionano. Gratis. Tanti di noi li promuovono sui loro blog, siti e portali, scegliendo quello che più si adatta allo stile e ai contenuti del proprio blog/sito/portale. Gratis. Tanti di noi utenti li vedono comparire sui siti che navigano, subendone l’inevitabile fascino. Gratis. Tanti di noi comprano la vodka Absolut. 9,40 euro.

Absolut incassa e promuove il proprio brand senza sborsare neanche un euro. Geniale.

E voi, che avete realizzato la vision più bella, la più efficace, siete in attesa che il telefono squilli e che all’altro capo ci sia Mr Absolut in persona a dirvi “I want you for my next campaign.” E invece il telefono non squilla, e non perché è in modalità silenziosa. Ma perché nel frattempo Absolut ha lanciato il suo nuovo task, “Absolut dryfish” o “Absolut divieto di sosta”, che ne so.

È uno scenario apocalittico, lo so, ma è l’estremizzazione di un rischio molto attuale: e cioè che i grandi marchi abbiano mangiato la foglia, e si siano accorti che in blog e social networks si nasconda più qualità di quanto si creda, e in certi casi più di quanta ne abbiano agenzie di comunicazione dai cachet stratosferici. Ma perché pagarli se si può usarli con buona pace di tutti?

Non voglio assolutamente criticare Absolut, che come al solito dimostra le sue immense capacità di marketing, ma solo esprimere la mia paura che anche il nuovo mondo 2.0 si basi sulla schiavitù.

Aspetto in questo senso l’aiuto di Alessio e Angelo che sull’argomento sono più ferrati di me.

Io nel frattempo cambio manuale sulla consapevolezza dei rischi di annientamento sociale: non più 1984 di Orwell, ma Brave New World di Aldous Huxley.

P.S.: ah, questa è la mia vision per In an Absolut World, ma mi sa che non me la pubblicano…

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Davide Morena

Davide Morena in oltre 20 anni da autore professionista ha scritto qualsiasi cosa: è stato critico cinematografico, storyboard artist, compositore musicale, copywriter, giornalista, drammaturgo, blogger, sceneggiatore, ideatore e curatore di progetti didattici. Oggi fa fumetti e rock ‘n roll. 

3 commenti a “Absolut vodka e la rivoluzione 2.0

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    Tommaso Farina says:

    Vi ho tenuto d’occhio per un po’ e state facendo davvero un gran lavoro.
    Vi ho “recensito” proprio oggi. E onore imperituro ad Angelo Zola.

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    Angelo S. Falcone says:

    L’incubo del contest arriva anche su Drinkadrink!
    (scherzo, è che da giorni si parla di tecniche di contest in vari blog di settore).
    Ho dato un’occhiata alla campagna e non mi pare stia avendo un grande riscontro, per ora: vedo brutte creatività/visions, leggo pochi commenti, molti di essi negativi. Uno addirittura recita:
    “…the old absolut.com was simply one of the best website i’ve ever seen, now it seems people at absolut have just been bitten by the web 2.0 virus and have pulled out something really inconsistent that have so little interest…”
    Se un user “normale” muove questa critica proprio ad inizio campagna, significa che l’idea del contest in sè è ormai standardizzata e non rappresenta più una novità.
    E significa anche che forse non è così facile ed automatico innescare un processo di “user generated content” che possa sopperire ai bisogni creativo-pubblicitari dell’azienda.
    A giudicare dai primi passi della campagna, la mia idea è che Absolut continuerà a lungo a stipendiare i suoi creativi.

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