In commercio ce n’è davvero di tutti i tipi. In acciaio o in ottone. Coi manici di legno o di plastica. A strappo e a leva. A mano e automatici. Da parete, da tavolo e tascabili. Moderni, antichi e di design. Da collezionismo o da sommelier.
Levacapsule o apribottiglie, cavatappi, cavaturaccioli o tirabuscion. Comunque lo vogliate chiamare serve ad un unico scopo: togliere il tappo dalla bottiglia. Sia esso di sughero o di plastica, a capsula o a corona è pur sempre un tappo, e per toglierlo abbiamo bisogno di questo indispensabile utensile.
Ma non è affatto facile orientarsi all’acquisto di un apribottiglie. Ecco 3 buoni consigli da seguire per trovare quello giusto:
Se contate di aprire almeno una bottiglia al giorno optate per oggetti professionali. In caso contrario potete dare un’occhiata anche ai cavatappi di design: belli da vedere, ottimi da regalare, ma scomodi da usare.
Se ne cercate uno da casa, scartate quelli a parete, ad esempio. Sempre che non abbiate un bar a casa vostra dove invitate abitualmente gli amici. In tal caso meglio fissarne uno al muro. Ci sono sia da birra che da vino.
Se avete problemi di spazio e volete tenerlo nel cassetto, invece, scartate anche gli automatici, sono voluminosi e ingombranti, anche se incredibilmente funzionali.
Se state per partire in campeggio potreste sceglierne uno tascabile.
Se volete regalarlo pensate sempre a chi lo userà.
Diffidate degli automatici che “fanno tutto da soli”, specialmente se cercate un cavatappi da vino.
Se non sapete aprire una bottiglia di vino, non ci riuscirete lo stesso. Evitate i cavatappi tradizionali a “strappo” e anche quelli da sommelier a “leva”. Optate, invece, per il classico cavatappi “casalingo” con le ali da estrazione. Ci riescono tutti!
Non vi resta che stabilire un budget massimo di spesa e la scelta è fatta. Ad ogni modo è sempre consigliabile optare per marchi noti e non eccessivamente economici. Un buon cavatappi deve avere materiali di qualità e le parti che lo compongono devono essere ben unite tra loro. Tutte caratteristiche di prodotti di fascia medio alta.
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A quattordici anni trova il suo “primo amore” in una bottiglia di grappa artigianale lucana. La relazione con la conterranea da 40°, però, non dura a lungo. Assetato di nuove “avventure”, percorre su e giù l’Italia e l’Europa, spingendosi in Cina e Stati Uniti. Tra cocktail, birre e distillati d'ogni sorta, quando si ritrova nel Chianti, in Toscana, scopre nel vino il suo "vero amore" e decide di trasferirsi a Firenze, vicino alle vigne del Gallo Nero.
Vincenzo says:
ho comprato per me e mio cognato uno di quelli da tavolo – spesa intorno ai 40 euro cadauno – e ha funzionato per dieci volte prima di rompersi- sconsigliatissimo!!!